E' prerogativa delle grandi città quella di offrire ai suoi abitanti la possibilità di potersi avvicinare a cucine straniere che non siano la ormai più inflazionata cinese, giapponese, indiana o messicana.
Così una sera, dovendo scegliere dove cenare nella metropoli milanese, decido di sperimentare qualcosa di originale e, secondo esperti del settore, di notevole.
Bjork, la prima brasserie svedese a Milano, è menzionata da molti, come una delle migliori nuove aperture della città del 2014.
Il progetto nasce dall'amore per i paesi nordici e la loro cultura da parte dei due proprietari, che hanno aperto inizialmente ad Aosta nel 2012 ed ora anche a Milano.
Una scelta innovativa che sta mietendo successo.
La curiosità è tanta anche per il pubblico milanese, sempre attento alle novità e ai locali cool del momento.
Parliamo di uno shop-ristorante-brasserie in quanto vi è il connubio delle tre realtà.
Il locale non è grandissimo e non vi sono tanti coperti.
La prima percezione è quella dello store.
Entrando si rimane subito colpiti dall'imponente banco-vetrina 'avvolto' in un telaio di scaffalature in legno chiaro, ricolme di bottiglie di birra.
Qui sono in mostra ed in vendita diversi prodotti, alimenti confezionati e alimenti pronti all'assaggio o al take away, come i famosissimi smorrenbrod.
Le combinazioni di pane di segale imburrato farcito con prodotti tipici scandinavi, tra cui spiccano il salmone affumicato, le aringhe, il baccalà e i gamberetti, sono infinite.
Ai lati e di fronte alla vetrina sono presenti delle sedute alte, per consumare un pasto veloce o uno stuzzicante aperitivo tra gli scaffali e le finte scale appoggiate al muro.
Il design del locale è minimal ma curato nei dettagli.
Alle pareti sono state posate delle mattonelle dai toni neutri, che ricreano l'atmosfera anni '70.
Il legno predominante è la betulla, di cui il locale porta il nome in svedese.
Il colore é conferito dai prodotti esposti ovunque, con i loro packagin vivace.
Ai muri sono appesi specchi vintage, ritratti di personalità del jet set mondiale riproposti in versione pop, con accenti di colore caldi e monocromatici, tratte dalla prima di copertina di un famoso magazine pubblicato in Svezia fino agli anni '60.
Anche lo stile dei complementi d'arredo richiama qua e là l'art decò.
L'illuminazione filtra tra le scaffalature e riscalda l'ambiente asettico e pulito.
Lungo il corridoio che porta al cuore del locale, ci sono piccoli ed intimi tavolini, mentre sul lato destro si apre una saletta dove si può accomodare un gruppo di ospiti più numeroso.
La mia prenotazione telefonica mi preannuncia che la nostra sarà un'esperienza unica, in quanto potremo cibarci seduti al bancone centrale del ristorante.
Eccolo lì, il grande protagonista della sala centrale.
Ci aspetta con la sua forma ad U, dove già diversi clienti stanno cenando.
Al centro si alterna lo staff all'opera... camerieri in servizio e chef che chiacchierano con gli ospiti incuriositi su quello che andranno ad assaggiare.
In queste occasioni è d'obbligo essere consigliati sui piatti e questa formula dà la possibilità di chiedere e ricevere immediatamente risposta sulle curiosità delle proposte in menù e i loro ingredienti.
L'atmosfera è quella conviviale, certo più adatto a pranzi o cene al massimo di gruppi di 3 persone, in quanto le sedute laterali non permettono un facile dialogo tra i commensali.
La scelta non è semplice, ma essendo presente un tris di assaggi in antipasto, credo di iniziare così il mio viaggio sensoriale alla scoperta della Svezia.
Nell'attesa addentiamo il pane di segale con la quenelle di crema di burro da spalmare, compresi nel coperto e serviti su un piccolo tagliere di legno e gradiamo l'entrée omaggiata dalla cucina.
Con gli antipasti è Amore al primo assaggio: toast di gamberi e senape svedese, salmone marinato all'aneto e tartare di renna con asparagi e cipollotti croccanti.
Un tripudio di sapori e consistenze che si sciolgono al palato, perfettamente abbinati a salse che accentuano il gusto dei piatti proposti.
Delicatissimo il salmone, squisita la senape svedese!
La ragazza seduta al mio fianco invece opta per le famosissime polpettine che dicono siano ben lontane da quelle che comunemente si possono assaggiare nell'area ristorante dell'Ikea... in effetti anche visivamente sono molto invitanti.
Continuiamo con un piatto di pesce, salmerino con mirtilli rossi, formaggio messmor e porridge per il mio fidanzato, mentre io opto per la carne con il filetto di alce... questa sera, mio malgrado, metto da parte la mia sensibilità animalista, non voglio farmi sfuggire sapori che difficilmente riuscirò a trovare in qualche altro ristorante , se non volando in un paese delle terre del nord.
La carta delle birre è molto ampia e ci attrae una bottiglia che nella sua composizione presenta frutti di bosco... l'accostamento sembra azzardato, ma anche su questa scelta la curiosità vince.
Vasta è anche la lista dei vini.
Nonostante la pancia sia pienamente soddisfatta decidiamo per 2 dolci.
Io, come al mio solito, mi butto su quello più strano, immaginandone già il gusto amarognolo, e che probabilmente non sarà di mio completo gradimento, ma spero di potermi ricredere.
Decido per un semifreddo con bacche di olivello spinoso, su cui viene versata della birra.
Filippo prende del muesli ed avena con frutti di bosco.
L'essenzialità nordica si riassume con questa conclusione.
Unico neo dell'intera cena, dolci leggermente sottotono rispetto alle nostre aspettative, almeno per quello che abbiamo ordinato... ma non andrà ad inficiare il nostro giudizio complessivo.
Parere decisamente positivo, ottima esperienza culinaria, presentazioni d'effetto, menù stimolante con proposte nuove in base all'alternanza delle stagioni.
Personale eccezionale, mai egoista di sorrisi, che sono stati profusi dal nostro ingresso fino al saluto di commiato.
Conto proporzionato alla qualità e cura dei prodotti.
Bjork.... una betulla svedese a Milano...
voto: 8
http://bjork.it/bjork-milano/
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